martedì 18 marzo 2014

Milano - La necessità di una vera e grande biblioteca

La Biblioteca Sormani in Corso di Porta Vittoria
Non è più accettabile una lacuna del genere: Milano manca di una vera biblioteca dalla strutturazione forte, con orari che ricoprano tutta la settimana.

Mi spiego meglio: Milano ha delle splendide biblioteche. Come la Sormani in Porta Vittoria e la Braidense a Brera. O la biblioteca di Parco Sempione. Sono solo alcuni nomi. Tuttavia, tra le biblioteche pubbliche (o comunque tra quelle accessibili potenzialmente a chiunque), l'offerta di apertura delle biblioteche scarseggia. Le biblioteche infatti chiudono troppo presto: tra le 18 e le 19.30 tra i casi migliori. Stendiamo un velo pietoso sugli orari spesso dimezzati della biblioteca di Parco Sempione, un gioiellino che per caratteristiche proprie di orario e calendario non può essere un vero servizio alla cittadinanza.
Inoltre nessuna biblioteca pubblica o rionale resta aperta la domenica! Per una città come Milano, piena di università ma anche (forse) la metropoli italiana più in vi sta oggi, è intollerabile una mancanza simile.

A Milano le uniche biblioteche che coprono tutta la settimana (sette giorni su sette, non solo sei o a volte addirittura cinque come le biblioteche pubbliche), con orari degni di studenti e professionisti (cioè con chiusura non prima delle 2 di notte), sono quelle dell'Università Bocconi e del Politecnico di Milano. A cui da pochi mesi si è aggiunta la biblioteca del dipartimento umanistico dell'Università Statale. Si tratta comunque di università private, chiuse ai soli iscritti (ad eccezione del Politecnico, la cui biblioteca di Architettura però richiede un pagamento di 5 € al giorno per i non iscritti), pertanto non rappresenta un vero servizio verso tutta la comunità. Considerando l'apertura e l'importanza di Milano, a livello di metropoli e a livello culturale, e gli enormi progressi che sta compiendo, risulta decisamente arduo accettare che non abbia quantomeno una biblioteca pubblica aperta 7 giorni su 7 (domenica inclusa), che arrivi a coprire almeno parte della serata (almeno fino alle 22, ma sarebbe auspicabile fino a mezzanotte). In quasi ogni altra importante città universitaria c'è, da Pisa a Venezia.

A Milano non solo manca una struttura simile per la cittadinanza, ma spesso manca anche per importanti università private: la biblioteca centrale dell'Università Cattolica resta aperta dal lunedì al venerdì solo fino alle otto, il sabato si ferma all'una di pomeriggio e la domenica resta chiusa. Anche peggio la biblioteca dell'università IULM: aperta solo da lunedì a venerdì (neanche sabato e domenica), dalle 8.30 alle 19.30. Non sappiamo molto dello IED, ma il sito dice di disporre solo di "una piccola biblioteca". L'università Bicocca, altra eccellenza milanese, resta aperta solo dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 19.30 (il venerdì fino alle 18.30).

La nostra proposta e richiesta formale è:

Primo step - come primo passo realizzabile in tempi brevi, apertura tutti i giorni della settimana (di almeno una delle biblioteche pubbliche di Milano - possibilmente centrale, tipo la Sormani), quindi anche la domenica. Questo sarebbe già un primo traguardo, che riteniamo irrinunciabile per una metropoli come Milano. Per apertura tutti i giorni però intendiamo che resti aperta sia mattina sia pomeriggio (non a orario alternato, come quella di Parco Sempione che martedì e giovedì resta chiusa)

Secondo step - e ci auguriamo venga effettuato contestualmente al primo: tenere aperto un po' di più la sera, magari con chiusura alle 21 o alle 22. O almeno in corrispondenza delle sessioni universitarie d'esame e di laurea (grossomodo: gennaio / febbraio e giugno/luglio, settembre).

Terzo step - Realizzazione di una biblioteca ad hoc come nuovo centro della cittadinanza, apertura tutti i giorni, 7 giorni su 7 da lunedì a domenica, con orari dalle 9 del mattino fino a mezzanotte. Una possibilità poteva essere la struttura in progetto della Biblioteca Europea d'informazione e cultura (Beic) previsto nel masterplan di Porta Vittoria, ma sfumata in breve tempo per mancanza di soldi. Una nuova possibilità può essere allora di ricavare una biblioteca nell'area ex-scalo Farini.

Nel frattempo, ci piacerebbe che almeno una tra le biblioteche più centrali e rappresentative di Milano (Sormani, Braidense, Vigentina, Porta Venezia, Valvassori Peroni, Tibaldi) tenesse aperto ogni giorno della settimana, fino almeno alle otto di sera.

L'auspicio è che anche in Parco Sempione, dove la biblioteca rappresenta un autentico gioiellino, posta quasi al centro del parco e frequentata da molte persone, resti quantomeno aperta tutti i giorni (senza escludere alcuni pomeriggi), domenica compresa. La cittadinanza ha dimostrato e costantemente dimostra di apprezzare, e ne sarà grata.

Il problema nel garantire orari di apertura più estesi, anche nei weekend, con apertura fino alla domenica, è essenzialmente un problema di soldi. Eppure noi pensiamo che, per un servizio del genere, teso a solo beneficio della comunità, un modo si possa trovare. Per esempio con l'aiuto di volontari, come accade per la biblioteca della Statale. Magari sulla falsariga del modello dei volontari del Touring Club. Oppure mediante convenzioni con le università: borse di studio o benefici sulle rate da pagare in base a un programma di lavoro in biblioteca. Nel frattempo il premier Matteo Renzi ha comunicato pochi giorni fa, a Che tempo che fa, l'idea che chi gode del sussidio di disoccupazione debba, nel periodo di due anni in cui ha diritto al sussidio, prestare un servizio alla comunità: "Ho dei soldi che vanno via via scemando, però devo prendere un impegno con la comunità: frequentare un corso di formazione serio [...] e soprattutto un altro impegno: io ti do un contributo, ma tu non rimani a casa o stai al bar. Tu mi dai una mano al Comune, in biblioteca, nei luoghi importanti".

Insomma, un modo c'è. Speriamo lo si attui.


Dal sito della Biblioteca Europea d'Informazione e Cultura:
"Nei decenni scorsi altre importanti città dell’Europa e di altri continenti si sono dotate di nuove grandi biblioteche: questo fenomeno, originatosi nell'era di maggiore sviluppo della virtualità, è di particolare interesse, perché dimostra quanto fortemente sia avvertita la necessità di dotare una moderna metropoli di spazi pubblici, di luoghi fisici deputati alla trasmissione del sapere, di cattedrali laiche che rivestono anche una forte funzione simbolica. Sono centri di aggregazione, ma sono questi i luoghi da cui si dipartono anche servizi virtuali, che da soli non esauriscono i bisogni di cultura e conoscenza "
Per la Biblioteca era stato stimato un costo complessivo di 390 milioni di euro, con 100 milioni già coperti.

La Biblioteca di Parco Sempione
Il progetto non realizzato della Biblioteca Europea d'Informazione e di Cultura

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