lunedì 16 settembre 2013

Zona Navigli - Qualche considerazione sui palazzi che s'affacciano sul Naviglio Grande

Osservando questo breve tratto di Naviglio Grande, notiamo che la parte finale del canale che sfocia nella Darsena – dove per fortuna si sono preservati molti palazzi di fine Ottocento – presenta strutture con molte incongruenze e varie stranezze.

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Iniziando dalla graziosa chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, dallo stile leggermente liberty-eclettico, realizzata all'inizio del Novecento durante i generali lavori di miglioria e ingrandimento dell’edificio, che la chiesa più antica era diventata troppo piccola per contenere la massa di fedeli in continuo aumento nella zona. La facciata, purtroppo, è rimasta incompiuta, e l'enorme finestrone, assieme alle due aperture laterali sono ancora murati. La mia speranza è di poter vedere prima o poi nuove vetrate policrome al posto dei tristi mattoni delle finestre cieche.

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La chiesa primitiva e il vecchio ponte

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Di fronte al civico 41 di Ripa di Porta Ticinese si erge un muro alto pochi metri che nasconde un cortile, come si vede nella foto riportata qui di seguito, qui manca proprio una casa. 







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Al 44 di Via Alzaia Naviglio Grande, negli anni Cinquanta hanno pensato bene di costruire un condominio di dubbio gusto, e di ben 6 piani, ora in restauro.



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Sul lato della Ripa, al civico 65, spicca una palazzina liberty di due piani, in evidente stato d'abbandono. 


Eppure i Navigli sono uno dei posti più di valore in città, possibile che nessuno abbia intenzione di sistemare questi lotti senza stravolgere il contesto e senza lasciare ampie zone vuote o interi edifici abbandonati? 


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Come per il palazzo al numero 66 dell'Alzaia, molto interessante per il suo valore storico e strutturale, con magazzini verso il naviglio e casa padronale verso l'interno, oggi quasi diroccato. Pare appartenga all'università Cattolica del Sacro Cuore. 






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Un’altra bruttura da rilevare è il rivestimento con clinker (probabilmente eseguito negli anni Cinquanta/Sessanta) delle due palazzine al numero 49 e 51 della Ripa. Per risistemarle basterebbe eliminare il rivestimento di piastrelle che nulla ha a che vedere con il contesto circostante. 




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Per ultimo, quasi all'incrocio con Via Valenza, notiamo due muraglioni ciechi, alquanto tristi, dove non si sa come mai non sia stata aperta almeno qualche finestra, invece sono preda dei soliti writer che scarabocchiano quel muro come più gli aggrada. 




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Ultima considerazione, pur essendo la zona uno dei luoghi a più alto interesse turistico, non si sia mai pensato a darle un senso dal punto di vista dell'arredo urbano, come, ad esempio, strade senza asfalto, ma con più tipiche pietruzze o sanpietrini e lampioni in stile?
















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